Luciano Galimberti: “I miei tre anni in Adi”

Luciano_GalimbertiIn chiusura di mandato, il presidente dell’Associazione per il disegno industriale ADI, Luciano Galimberti, che oggi si ricandida anche per il periodo 2017-2019, fa il bilancio dei suoi primi tre anni d’incarico.
“La priorità che ci ha orientato – spiega Galimberti che illustra e condivide gli obiettivi raggiunti anche grazie al contributo di tutti i membri del Direttivo, dei Dipartimenti e delle Delegazioni Territoriali – è stata la definizione di un progetto culturale, che ha orientato l’organizzazione e le scelte economiche. Oltre al documento-guida Design Memorandum, mi preme ricordare tra i lavori portati a soluzione, la complessa vicenda relativa alla nostra presenza in Cina, che si è finalmente risolta con un accordo con l’associazione nostra omologa Cida (China industrial design association), che prevede uno sviluppo del ruolo associativo e dei nostri soci nel panorama cinese. Fondamentale il risanamento del bilancio associativo su basi di trasparenza e confronto e il trasferimento del marchio Compasso d’Oro in ADI, a garanzia del ruolo e dell’azione associativa”.

Al contenimento delle spese, è stato abbinato un programma per generare economie attraverso il valore culturale delle iniziative dell’associazione: il premio Compasso d’Oro è diventato biennale, per meglio calarsi nella contemporaneità, e a questo si è aggiunto il Compasso d’Oro Internazionale, pensato come approfondimento tematico con l’obiettivo dell’allargamento delle aree di interesse del design. “Fare networking con enti e istituzioni – aggiunge Galimberti – è stato un altro punto di forza: un lavoro di tessitura continua di relazioni per essere parte attiva del Made in Italy, valorizzando i valori ADI e i criteri distintivi del design italiano. Attività che si è concretizzata in accordi quadro, partecipazioni a progetti congiunti nazionali e internazionali e partecipazioni a tavoli programmatici. In merito all’importantissimo tema del riconoscimento professionale, ricordo che ADI non è un sindacato di categoria, ma lavora affinché i designer possano finalmente operare nell’ambito di un riconoscimento ad oggi negato, e ha aderito recentemente alla nascente Confederazione dei Professionisti all’interno di Confcommercio. I soci designer ADI avranno quindi una tutela sindacale con alcuni vantaggi che in parte sono già operativi”. Infine, a breve partiranno i lavori della nuova sede, sempre a Milano, nell’area dismessa dell’ex officina elettrica dell’Enel, per dare ulteriore impulso a quel programma di sviluppo che vedrà l’associazione tra i protagonisti del progetto.

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